Né onore né gloria (1966)

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La guerra d’Algeria, si sa, è una ferita profonda nella coscienza della Francia. In questa ferita si inserisce la storia di Né onore né gloria, diretta da Mark Robson nel 1966. Lo sguardo del film - tratto dal romanzo 'I centurioni' di Jean Larteguy - resta pacifista, ma il buon senso per fortuna spinge a cercare non una netta divisione tra bene e male, bensì una ricerca delle ragioni e degli eccessi di entrambi i fronti. La guerra in Africa seguiva lo smacco subito dai francesi in Indocina, assumendo un’importanza decisiva: Parigi stava smantellando ogni sua colonia nel mondo? In questa cornice si svolge la storia del colonnello Pierre Raspeguy (Anthony Quinn), ufficiale dal duro caratteraccio, che si ritrova a dover sconfiggere un comandante delle forze ribelli (George Segal), un tempo suo ufficiale sottoposto, ai tempi della guerra in Indocina. A volte la vittoria può essere amara e tale è per Raspéguy. I compagni di battaglia nell’Est asiatico, quelli cioè di origine araba e nazionalità francese, diventano così nemici in Africa e in questa trasformazione della Storia vengono travolte esistenze umane: accanto al colonnello Raspeguy, il giovane capitano Phillippe Esclavier (Alain Delon), che non ne condivide i metodi, ha modo di riflettere su dove sia una parte della ragione, forse la più importante, e cioè il diritto all’indipendenza dei popoli.